Nella nostra ricerca di un calcio ancora genuino, lontano dalle devastazioni del calcio moderno, questa sarebbe stata la partita perfetta. La prima testimonianza di un capo d’abbigliamento per il calcio arriva nel 1526 dal Grande Guardaroba del re Enrico VIII d’Inghilterra, che includeva un riferimento a un paio di scarpe da calcio. Da segnalare che, per la prima volta, sulla maglia del club partenopeo comparve il secondo sponsor commerciale. Da entrambi i lati del collo, in prossimità del vertice della «V», partiva un bordino bianco che, percorrendo orizzontalmente la parte alta del petto, continuava, con andamento ondulato, lungo la mezza manica fino all’estremità della stessa, dove disegnava una curva che, abbracciando un lembo di tessuto – una sorta di breve prolungamento della manica – risaliva sul retro di quest’ultima, con il medesimo tracciato curvo, per attraversare, con un disegno ondulato, le spalle del corpino, fin quasi al centro, dove saliva verticalmente sino al collo, fiancheggiando un inserto di tessuto bianco (un piccolo rettangolo), ricompreso tra il bordino proveniente da destra e quello proveniente da sinistra. L’orlo della manica lunga, invece, prevedeva un bordino bianco. L’orlo della mezza manica presentava un righino bianco non aderente al bordo, che lasciava scoperta la zona rivolta verso l’interno.
I calzoncini erano bianchi (o azzurri) con l’orlo ornato nei lati da tre strisce sovrapposte, due azzurre e una bianca al centro (la striscia più in alto era più spessa delle altre); solita collocazione per logo societario e numero (in azzurro). I calzettoni erano azzurri con risvolti a righe nello stile dello scollo e con una fascia centrale bianca, ricompresa tra due righini sempre bianchi; poco sopra la caviglia, era collocato il logo societario. I calzoncini, nelle due versioni bianca e azzurra, erano caratterizzati da una fascia ondulata che, dagli orli (dotati di un bordino dal medesimo design di quello visto per le mezze maniche), risaliva sul fianco di ciascuna coscia, in verticale, per curvare, poi, sul retro, attestandosi orizzontalmente sulla parte alta dei calzoncini stessi. Il collo a «V» aveva nel vertice «un triangolino in azzurro lucido», mentre, risvoltando il colletto (dotato di un righino bianco, non aderente al bordo), diveniva visibile una fascia bianca, collocata alla base del collo, con la scritta SSC NAPOLI in azzurro. Sulla cintura, che restava bianca anche sui pantaloncini azzurri, una patch rettangolare azzurra, con cornice bianca non aderente al bordo, riportava, in bianco, la scritta SSC NAPOLI.
Non di rado, però, furono adoperati, abbinati alla maglia home, anche calzoncini azzurri, che avevano, però, orli e numero in bianco. Su ciascun lato dei calzoncini bianchi – più lunghi sul retro, questa la particolarità – era riprodotto, in azzurro, un triangolo isoscele capovolto (assente nella versione azzurra dei pantaloncini), mentre, ai tagli laterali sugli orli, erano applicati due triangoli in maglieria con il motivo a strisce dello scollo, sebbene a colori invertiti. I calzettoni, infine, erano azzurri, con logo sociale e con un rigo curvilineo bianco che richiamava il motivo presente sulla casacca. Tale motivo a righe era ripreso per gli orli delle mezze maniche e per i tasselli triangolari posti tra i tagli laterali dell’orlo del corpino. Calzoncini e calzettoni erano percorsi verticalmente da righini ondulati, sempre di colore bianco, che richiamavano il disegno degli ornamenti presenti sulle maniche. Azzurri con risvolti bianchi erano i calzettoni, provvisti anche di due righini verticali curvilinei in bianco e del logo del club. Dopo due minuti di gioco gli azzurri rimasero in dieci uomini per l’infortunio del centromediano Luis Monti (in quel periodo non erano previste sostituzioni) e nel giro di dieci minuti si trovarono in svantaggio di 3 reti a 0. La partita si trasformò, per l’appunto, in una battaglia e nel secondo tempo l’Italia accorciò le distanze con due gol di Giuseppe Meazza, che negli ultimi minuti colpì la traversa con un colpo di testa.
Adesso i bianconeri sembrano rigenerati, maglie calcio a poco prezzo al quarto d’ora Beretta si divora un gol clamoroso. Il colletto, per taglio e forma, ricordava quello della jersey 2004-2005, quanto alle rifiniture in bianco, prevedeva un bordino e due piccole fasce collocate, ciascuna, su un lato della nuca: tali fasce erano appuntite nella parte orientata verso il fronte e tagliate diagonalmente nella parte orientata verso il centro della nuca. Il bordino posto sull’orlo del corpino si interrompeva sui due fianchi, coprendone solo la parte anteriore e quella posteriore; similmente, il brodino sull’orlo della mezza manica lo avvolgeva parzialmente, lasciando libera la zona laterale. Un altro bordino bianco, inoltre, percorreva verticalmente i fianchi della maglia. Sempre il logo societario – inserito in una serie di cerchi concentrici, dei quali erano visibili solo gli archi superiori e inferiori – era stampato sui fianchi della maglia. Su entrambe le spalle, ai lati del collo, era collocato il logo dello sponsor tecnico realizzato in bianco e di dimensioni piuttosto ampie. Una serie di elementi di novità caratterizzò la home 2007-2008. Lo scollo a «V», dalla forma inconsueta e dal taglio curvilineo, aveva un sottile orlo bianco e, nella parte bassa, un lembo di tessuto bianco che ne univa i lati.
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