I pali vengono utilizzati dalle squadre di calcio per segnare punti extra dopo un touchdown e field goal. Chi entri nei negozi delle società di calcio – tutte ne hanno uno, ormai, oltre all’immancabile vendita online – osserva con stupore prezzi esagerati per qualsiasi prodotto, dai profumi alle penne agli accappatoi e persino alla biancheria intima, su cui sono riprodotti i colori sociali, i loghi delle squadre (il diavolo per il Milan, l’asinello del Napoli, l’aquila laziale ecc.). Chi non ce l’ha, non può seguire la squadra e nei casi di partite segnalate come pericolose dalla questura, neppure recarsi nel campo di casa se non abita in zona. Michiel da Codero del Friul, detto Masserotto, 1564. Nel censimento del 1° ottobre ’45 figurano 48 famiglie Masserotto o Massarotto. Tutte le iniziative attivate dai partecipanti vivranno per tutto l’anno sulla piattaforma del progetto che continua a essere uno strategico punto di incontro per la comunità che gravita intorno alla scuola e alla passione della lettura, e che solo dal 21 al 29 ottobre ha registrato 1.974.279 accessi. Però ci hanno defraudato di una passione bella e genuina, riducendo tutto a commercio, praticando comportamenti che consideriamo immorali e ripugnanti, schedandoci come pregiudicati perché ci piace andare allo stadio, convincendoci oltretutto che il risultato del campo non sempre è frutto del gioco espresso dalle squadre.
L’iniziativa ha registrato inoltre un boom di adesioni dalle scuole dell’infanzia, coinvolte per il primo anno: in tutto 1.348 sul territorio nazionale, ovvero il 24% sul totale di scuole iscritte. I due misteriosi acronimi in anglo tecnocratese significano rispettivamente Proprietà o Investimento di una Terza Parte, ovvero che un calciatore è in multiproprietà, non tra due società di calcio, ma con terzi, ovvero gli investitori del fondo. Da quando le gambe dei calciatori sono veri e propri asset frazionabili e commerciabili a piacimento, sembra che qualche fondo abbia la proprietà di mille o più atleti, controllando non di rado anche le carriere degli allenatori. Anzi, si formano veri e propri gruppi con al vertice agenti di calciatori, o procuratori sportivi che rappresentano centinaia di atleti e decine di allenatori e persino dirigenti sportivi, pilotando quindi il mercato del lavoro – sono tutti professionisti- con forti sospetti di conflitto di interesse e manipolazione. Intanto, chi assista alle partite delle categorie giovanili, resterà interdetto dalla quantità di giocatori provenienti da ogni parte del mondo, spesso ospitati in veri e propri pensionati/collegi legati alle società calcistiche. Per i giocatori semi-professionisti o professionisti è fondamentale la presenza di un preparatore atletico per regolare il tipo di esercizio e la sua durata e regolarità.
“Mai schiavi del risultato” recita uno striscione che saluta l’idea prima ancora della sostanza: si pensa poco ai verdetti del campo, nonostante il pieno appoggio di squadra (da De Rossi a Totti, passando per quasi tutti i componenti della rosa, nessuno spenderà mai parole negative per Luis Enrique) e società, alla fine emergono tutte le fragilità di un allenatore poco abituato alle pressioni della grande piazza ed ai ritmi di una città travolgente. In sostanza, è passato, nonostante le contorsioni giuridiche e verbali in cui il diritto civile e commerciale è maestro, il principio che i servizi di un calciatore, cioè il cosiddetto cartellino che ne autorizza l’attività sia divisibile in quote in possesso di più soggetti, un po’ come i carati delle navi. Un caso di scuola è quello del Locarno, minuscola società semi dilettantistica di un campionato minore come quello svizzero, che fu titolare del cartellino di Gonzalo Higuaìn adolescente, prima che l’argentino, oggetto nel 2016 di un trasferimento multimilionario e molto chiacchierato dal Napoli all’arcirivale Juventus, approdasse in Europa. Anche escludendo dal giudizio il risvolto etico, non si può non vedere lo sfruttamento del lavoro altrui, l’ingresso a piedi uniti (nel calcio giocato si dice tackle) del denaro come potere, cioè della finanza speculativa, delle banche d’affari e, sicuramente, del livello più riservato, sotterraneo e indicibile del casinò finanziario.
Il risultato è che comandano le TV, i tifosi più appassionati a casa o criminalizzati, milioni di commissari tecnici confinati al bar o sul divano del salotto, denaro distribuito in modo diseguale ai bilanci ballerini delle società, e destinazione finale del bottino a vantaggio di fondi d’investimento, procuratori, intermediari vari, oltre, naturalmente, all’ampia fetta destinata al fisco. “Il grande risultato ottenuto – ha commentato il presidente di AIE, Ricardo Franco Levi – è la diretta conseguenza dello straordinario lavoro di squadra, in sinergia con le Istituzioni, in primis con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e Centro per Libro e la Lettura, e al grande lavoro di librerie e biblioteche. 2017, la grande campagna ideata e organizzata dall’AIE, in collaborazione con il MIUR, l’ALI, l’AIB e Libriamoci! La prima maglia nata dalla collaborazione è stata presentata alla fine di maggio. Nella stagione 1982-83 realizzò 15 reti con la maglia del Verona, piazzandosi secondo nella classifica marcatori di Serie A, alle spalle di Michel Platini. Sincero, disinteressato, generoso o gratuito, appunto, nulla è più così nel paradiso del Mercato, ma noi non possiamo tifare per un marchio o per un titolo quotato a Piazza Affari, né riusciamo a riconoscerci in quei giovanotti multietnici che cambiano di continuo, vanno e vengono come in un aeroporto, cambiano maglia e palcoscenico come Fregoli cambiava il costume di scena.
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